Decreto Rilancio: lo Stato vi paga fotovoltaico e colonnine
Importanti novità per gli automobilisti elettrici nel Decreto Rilancio approvato dal Consiglio dei ministri. Vengono infatti incentivati con rimborso fiscale al 110% sia l’installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici (wallbox) sia l’istallazione di impianti fotovoltaici per l’autoproduzione di energia. La disposizione è contenuta nell’articolo 128 del Decreto da pagina 228 a pagina 232 . La condizione generale è che l’installazione avvenga nell’ambito di un intervento di efficientamento energetico che consenta un miglioramento di almeno due livelli della classe energetica dell’edificio. Per i dettagli operativi sono attese le circolari dell’Agenzia delle Entrate.
Rimborsato il 110% in soli 5 anni
Dall’1 luglio sarà possibile usufruire del maxi ecobonus, con la detrazione fiscale del 110% sulle spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degli edifici. Cambia molto rispetto alla vecchie regole dell’ecobonus attualmente in vigore (rimborso fiscale del 65% in 10 ani). Con il Decreto Rilancio il rimborso sarà pari al 110% dell’importo dei lavori e sarà restituito in soli 5 anni. In pratica chi spendesse 50 mila euro oggi in pannelli fotovoltaici e impianto di alimentazione per uno o più veicoli elettrici, invece di 3.250 euro all’anno per 10 anni ne riceverà 11 mila all’anno per cinque anni.
Si restringe però il numero dei soggetti e delle tipologie immobiliari interessate. Il maxi bonus sarà attribuito solo alle persone fisiche e solo per le abitazioni in condominio o per quelle indipendenti che però siano anche prima casa del contribuente. Il tetto di detraibilità è di 48 mila euro per unità per l’installazione di pannelli fotovoltaici. E’ previsto inoltre l’obbligo di cessione al Gse dell’energia autoprodotta e non consumata. Ad essi si possono aggiungere i costi per l‘installazione di colonnine di ricarica per le vetture elettriche.
Una soluzione contro l rischio di incapienza
Ci sarà però più burocrazia. Bisognerà come ora pagare le fatture con bonifico parlante e inviare per via telematica la documentazione tecnica all’Enea. Ma servirà anche una relazione che asseveri la congruità dei costi sostenuti. Molto importante infine un’opportunità data ai contribuenti per scongiurare il rischio di incapienza. Potranno cedere il credito fiscale a una banca o all’impresa fornitrice, che diventerà titolare dell’agevolazione oppure cederla a sua volta.